YOST 

 

 Queste osservazioni, per la parte storica, sono scaturite  da ricerche effettuate; mentre  la descrizione ed il funzionamento  delle macchine, sono il frutto di osservazioni e prove effettuate sui miei modello 4 e modello 10, nonché prove e riscontri effettuate su un rottame di un modello Yost 10.

George Wanshington Neston Yost, nato il 15 aprile 1831 a Starkey - Yates County e deceduto il 26 settembre 1895 a Manhattan -Contea di New York, fu una figura di primo piano nella diffusione della macchina da scrivere.

Oltre ad essere un abile ingegnere, era un abile uomo d’affari; inizialmente si dedicò all’industria petrolifera con ricerche e perforazioni di pozzi petroliferi; inoltre, si interessò a fenomeni di spiritismo. Secondo lui era possibile mettersi in contatto con l'oltretomba e registrare le conversioni con la sua macchina per scrivere.

Sul necrologico apparso sul New York Times il 30 settembre 1895, in merito alle sue idee spiritualistiche è riportato: ""…… ha visto la macchina per scrivere non solo come un mezzo pratico, ma come un possibile collegamento con il mondo degli spiriti e, forse, per questo motivo le progettò con tanta cura…….. Sebbene fosse uno scaltro uomo d’affari, il signor Yost, per natura, aveva una tendenza che lo ha portato a speculazioni astratte e lo ha reso un devoto spiritualista. Il più grande esempio delle sue attività spiritualistiche sono riportate nel libro dal titolo: Memorie postume dal mondo degli spiriti e la macchina per scrivere,  di Helena Petrovna Blatatski, scritto sotto la sua supervisione”” Nello stesso articolo, viene menzionata l’amicizia dello Yost con un certo dottor Roger di Chicago “”.....nella convinzione che questi fosse in grado di connettersi con gli spiriti dei morti e di registrare le conversazioni e le interviste con la macchina da scrivere da lui inventata “.

L’idea che le macchine per scrivere potessero collegarci con il mondo degli spiriti, non era insolita all'epoca, infatti, come riportato dal Weekly  World New, lo scrittore John Kendrick Bancs (27.05.1862 – 21.01.1922), l’aveva espressa nel suo romanzo a fumetti “The Enchanted Typewriter” del 1899, s.

George W.N. Yost fu il promotore e il principale artefice della produzione della macchina per scrivere dello Sholes & Glidden da parte della Remington Arms Co.; infatti, nel 1870 conobbe James Desmore, il quale gli mostrò un rozzo prototipo di una macchina per scrivere dello Sholes e, grazie alle sue abilità organizzative e  influenza  riuscì a trovare un accordo con l’armaiolo Philo Remington per la produzione industriale della macchina dello Sholes & Glidden. Con la creazione della Remington Company, in veste di uno dei principali soci, fece molte proposte e suggerimenti per il miglioramento della macchina, tra cui,  l’adozione della “tastiera completa” su cui ogni tasto corrisponde ad un segno/carattere. 

Inoltre, con la collaborazione di Franz Xavier Wagner fu il produttore della Calligraph, la quae, si dimostrò la principale concorrente della Remington; infine fu l'inventore e il produttore della YOST.

 Personaggio di primo spicco nel settore, fu anche uno spirito impulsivo non tanto remissivo, infatti, dopo aver lasciato la Remington per dissidi e, creato la Caligraph Patent Company, trasformata successivamente in American Writing Machine Company, ancora una volta, sempre per dissidi, asciò questa società, per creare la Yost Writing Machine Company e produrre una macchina a suo nome.

 La Yost fu il terzo marchio di macchina per scrivere a comparire sul mercato; fu preceduta semplicemente dalla Sholes & Glidden- della Remington e dalla Caligraph. Uno dei primi problemi affrontati dai produttori di macchine per scrivere fu quello del cambio di carattere (maiuscolo-minuscolo e viceversa). Per risolverlo Gerege W. Yost adottò sulla sua macchina con doppia tastiera, il sistema del movimento a "cavalletta"  nella battuta dei martelletti contro il rullo porta carta. Con questo sistema, alla pressione del tasto, le aste dei typebars formano una semicurva e, attraverso un foro rettangolare praticato sulla piastrina situata al centro del carrello porta rullo, veniva impresso il carattere  sulla carta senza possibilità di oscillazione del martelletto e senza sbavature.

Questo sistema della doppia tastiera (upstroke), ove ogni martelletto contiene un solo segno carattere, fu adottato anche da altri progettisti dell'epoca. Però, mentre sulle Yost, il martelletto porta carattere colpiva il rullo portacarta dal basso in alto, sulle altre, le aste dei typebars erano diritte e scorrevano orizzontalmente su una piastra (sistema radiale).

Tuttavia, con l'avvento della scrittura visibile e, della battuta frontale, questo sistema si dimostrò inadeguato e venne progressivamente abbandonato a favore del sistema con martelletti a più caratteri e relativo sistema di slittamento del carrello.

 Non è facile distinguere i primi tre modelli della Yost perché, oltre ad avere un aspetto molto simile tra loro, creava una notevole confusione anche la decalcomania che le distingueva; infatti il modello numero 1 prodotto nel 1887 era denominato semplicemente “YOST”, mentre il secondo modello prodotto nel 1889 era chiamato “NEV YOST N.1 e il terzo modello prodotto nel 1891 era riconoscibile dalla decalcomania “THE NEW YOST”

YOST Model 1

Il primo modello della Yost denominato semplicemente “YOST” fu prodotto dalla Yost Writing Machine Company di Bridgeport, Connecticut e, fu testato per circa tre anni  prima di essere immessa sul mercato nel 1887. Era una macchina a scrittura invisibile con battuta dal basso verso l’alto, nel senso che i caratteri montati sulle aste battevano sul foglio di carta posto sul rullo gommato dal basso verso l’alto. Era dotato di una doppia tastiera QWERTY, denominata “tastiera completa”, composta da 8 file di tasti su cui: la prima fila con 8 tasti di colore bianco con simboli e punteggiatura; la seconda fila con 10 tasti color bianco con la numerazione; la terza, quarta e quinta fila con tasti color nero con le lettere maiuscole; la sesta, settima e ottava fila con tasti color bianco con i caratteri minuscoli.  A differenza del design delle macchine dello Sholes e Glidden, in fase di riposo, i segni caratteri posti alle estremità delle aste riposavano in faccia in giù su tampone inchiostrato poste circolarmente nel cestello porta caratteri; alla pressione del tasto le aste porta caratteri attraverso un singolare percorso “a cavalletta rovesciata” portavano il segno carattere a battere sul figlio di carta posto sul rullo attraverso una guida posta al centro di una barra trasversale che univa i due lati del cestello. Tale sistema permetteva una buona qualità di stampa con un buon allineamento di scrittura superiore alle altre macchine in uso all’epoca

YOST Model 2

 

 Il secondo modello prodotto, nel 1889, si distingueva da quello precedente per la sua base leggermente arrotondata negli angoli e sulla parte del telaio antistante la tastiera con decalcomania NEW YOST N. 1.  Nel resto, era molto simile al modello precedente, sia per il funzionamento che per la disposizione della tastiera con i suoi 78 tasti e 78 segni caratteri.

 

 

 

YOST Model 3

 

Il terzo modello aveva la base rettangolare simile al modello 1 con tastiera su 8 file con 78 tasti e 78 segni caratteri  Era distinguibile per la dicitura “THE NEW YOST” riportata sul poggia carte situato sul posteriore del carrello. Per il funzionamento e caratteristiche era simile ai due modelli precedenti.

 

 

 

YOST Model 4

  Il modello Yost No. 4 -prodotto nel 1895- era abbastanza simile ai suoi tre predecessori al punto di trarre in inganno gli stessi produttori in una pubblicità del 1896 con la quale enfatizzavano le meraviglie del nuovo modello, ma non si accorsero che la macchina raffigurata era un modello precedente; si differiva dai modelli precedenti per gli angoli della carrozzeria che erano leggermente arrotondati e per insignificanti modifiche o migliorie. Con questo modello la Yost decise finalmente di fare chiarezza con l’inserimento sul poggia carta retrostante il rullo la decalcomania “YOST Model 4” e, a contrassegnare i vari esemplari  con un numero di serie; infatti, i modelli precedenti erano da considerare modelli anonimi per mancanza di numero di serie Le principali differenze tra questi quattro modelli erano piccoli cambiamenti estetici e strutturali, ma nulla in termini di nuove importanti innovazioni meccaniche. I cambiamenti estetici consistevano nell’aggiunta di gessati dorati intorno alla base e al porta carte retrostante il rullo; mentre quelli strutturali consistevano in supporti aggiunti ai lati posteriore e anteriore del telaio esterno. Su questo modello, i comandi dei margini furono spostati dalla parte posteriore a quella anteriore della macchina. Il modello Yost No.4 impiegava le stesse barre tipografiche a grasshopper, lo stesso meccanismo di allineamento di stampa e lo stesso sistema di inchiostrazione dei caratteri segni dei tre modelli precedenti.
L’immagine della macchina si riferisce al mio modello Yost 4 con matricola 27.299,  prodotta tra l'anno 1896/1897.

La Yost 4 è una macchina a lettura invisibile, dotata di un massiccio telaio a forma rettangolare e doppia tastiera QWERTYUIOP,  con 78 tasti disposti su tre serie di file -La prima serie su due file di tasti bianchi contiene 7 caratteri speciali , 8 segni numerici (da 2 a 9), n. 3 caratteri frazionati (1/4- 1/2- 3/4; la seconda serie di file è composta da 30 tasti (10 per fila) di color nero e recanti le lettere maiuscole; la terza serie di file , sempre 30 tasti su 3 file (10 per fila) di color bianco recano le lettere minuscole; infine la tastiera  è completata la barra spaziatrice  posta centralmente al di sotto dei tasti. Alle spalle della tastiera è situato il cestello cilindrico delle leve con relativi martelletti portacaratteri, posizionati in forma verticale. I martelletti riposano, dal lato del segno, su un tampone circolare inchiostrato che circonda la parte interna del cestello (sostituisce il nastro inchiostrato). Il carrello, con rullo gommato, è situato sulla parte superiore della cesta cilindrica delle leve e relativi martelletti. Il movimento di ritorno del carrello è azionato da una piastrina metallica situata sul lato destro dello stesso. Sul fianco sinistro della carrozzeria vi sono due pomelli: quello superiore regola il tiraggio del carrello; mentre quello inferiore regola la posizione della fine corsa del carrello. Alla pressione del tasto il sistema cibernetico delle leve aziona il relativo carattere (o segno), il quale va a battere sulla carta lasciandovi il relativo segno attraverso un foro rettangolare nella piastrina metallica fissata al centro del meccanismo porta carrello e sovrastante il centro del cestello cilindrico. Esaminando la macchina dalla parte sottostante, oltre alla robustezza della stessa, si può osservare la composizione della struttura di tutte le leve collegate al cinematico.  Il funzionamento di scrittura è simile alle altre macchine, nel senso che alla pressione di un tasto il cinematico azione la relativa leva con il martelletto porta carattere o segno, il quale colpisce il rullo dal basso verso l'alto attraverso il foro della piastrina sopracitata con un movimento detto "a cavalletta". Ad ogni battuta, il sistema di scappamento sposta il carrello in avanti di uno spazio; per spostare in avanti il carrello tra due parole si aziona la barra spaziatrice. Al termine della riga il carrello viene spostato in avanti manualmente mediante la relativa leva posta sulla destra. Tutte le leve portacaratteri sono collegate tra loro al centro della parte bassa del cestello ed intorno ad un meccanismo circolare e, alla pressione del tasto viene azionato il sistema di scappamento.

YOST model 5, 6, 7, 8 e 9

Secondo una pubblicità dell’epoca furono prodotti in piccole quantità i modelli Yost n. 5, 6, 7, 8 e 9, simili al modello 4 che differivano tra loro per i carrelli di varie e diverse lunghezze e per qualche insignificante accessorio. A parte la foto del Leonard Dingwerth riportata sul Klein Lexikon e, quella di una pubblicità, non sono riuscito a trovare altri riferimenti di detti modelli

 

    

YOST Model 10                                                                                      

L’inizio della produzione della YOST modello 10 oscilla tra il 1902 (per  Paul Robert) e il 1905 (per  Tilghman Rischard in the history and development of typewriter - 1964 London) ed è l’ultima macchina prodotta dalla Yost Writing Maschine Co. con scrittura cieca. Anche se è una chiara discendenza dei modelli precedenti, con un massiccio telaio in ghisa a forma rettangolare, appare molto più compatta con un design più moderno. Su questa macchina furono effettuati notevoli miglioramenti tra cui possiamo citare: il sistema di impostazione dei margini; il meccanismo delle leve portacaratteri; il carrello completamente ridisegnato con l’aggiunta di cuscinetti a sfera su cui scorre; inoltre, come si può rilevare osservando la macchina dalla parte sottostante ogni leva è collegata al cibernetico mediante una piastrin metallica sulla quale è inciso il segno-carattere.  

La Yost 10 è una macchina a scrittura invisivile dotata di un massiccio telaio in ghisa a forma rettangolare, funzionalmente ha le stesse caratteristiche del modello 4, è dotata di una doppia tastiera QWERTY su otto file con 85 tasti tondi in celluloide. Le prime due file, per complessivi n. 19 tasti di colore chiari, contengono i segni numerici, i segni di interpunzione, nonché segni speciali; le successive tre file di undici tasti cadauna, di color nero, contengono le lettere in maiuscolo; mentre le successive tre file, anch'esse composte da undici tasti cadauna, di color chiaro, contengono le lettere minuscole. Completa la tastiera un altro tasto situato sulla parte sinistra e la barra spaziatrice al centro della macchina Osservando la macchina dal lato di sotto si può notare che ogni leva e collegata al cibernetico mediante attraverso una piastrina metallica sulla quale è inciso il carattere o segno.   

 Su alcuni modelli la lettera "Ō" della decalcomania Y0ST è sormontata da una barretta che vuol significare che quella vocale deve essere pronunciata come una o lunga; fu l'ultimo modello su cui venne adottato il sistema di scrittura invisibile e la doppia tastiera.

La foto è del mio modello Yost 10 matricola 89328 restaurato. Se può interessare il restauro consultare gli appunti sub 14 del presente sito.

YOST Model 11. 12- 13 e 14      

Sulla base del modello 10, furono prodotti dal 1902 al 1905 i modelli 11 12-13-e 14 con piccole variazioni e carrello lungo, secondo il Leonard Dingwerh fu anche prodotto un modello 11 bis, ma lo stesso autore non riporta dettagli in merito sul Klein Lexikon Historischer

YOST Model 15

A seguito delle mutate richieste nel settore, la Yost inizia a sperimentare un nuovo modello di macchina a scrittura visibile.

 Nel 1908 in base a brevetto 952.771 del Charles Walker rilasciato il 11.03.1910 immette sul mercato la Yost Model 15 e, per pochi modelli denominata anche Model “A”.

Il “look” della nuova macchina, era molto simile alle tradizionali macchine a scrittura frontale e visibile dell’epoca, con tastiera su 4 file con 42 tasti cerchiati con vetrino a fondo chiaro e 84 segni/caratteri di tasti.

             

  I primi modelli prodotti non avevano il meccanismo del black-space. A differenza delle altre macchine la Yost mantenne il sistema di funzionamento delle aste attraverso il singolare percorso “a cavalletta rovesciata” mutandola in battuta frontale e il sistema di inchiostrazione mediante tampone inchiostrato; inoltre, era dotato di incolonnatore funzionante con 4 tasti posti frontalmente prima della tastiera, che costituiva una novità per l’epoca.

Di conseguenza, il modello Yost 15, fu un vero e proprio allontanamento dai vecchi modelli e, anche se il suo design era quasi interamente simile ad altre macchine standard, per alcuni particolari come il citato incolonnatore ed altri particolari, costituiva una novità per l’epoca.

Dai seguenti disegni si può osservare la consistenza nuovo modello in rispetto a quello precedente e i grafici del brevetto

 

Secondo il Leonard Dingwerh sulla base del modllo 15 furono prodotti i modeli 16- 16 bis, e 19, ma lo stesso autore non riporta dettagli in merito sul Klein Lexikon Historischer

 YOST Model 20

Nel 1912 sempre su brevetto del Charles Walker fu prodotto e immesso sul mercato il modello YOST 20 era molto simile al modello 15, con tastiera su quattro file con 42 tasti cerchiati con vetrino a fondo chiaro e 84 segni caratteri e tabulatore regolato da quattro tasti. Su questo modello era possibile vedere e pulire le aste porta caratteri, oltre dalle due finestre laterali, anche da una finestra posta sul frontale dietro la tastiera e sotto la decalcomania YOST.  

 

 

 

 

 

Il modello 20 fu l’ultimo modello Yost prodotto dalla Yost Writing Maschine Co. Con esso  scompare la gloriosa azienda che in poco più di trent’anni aveva conquistato il mercato interno ed estero con le sue apprezzate macchine.  

 

​La maggior parte dei modeli Yost furono prodotti dalla Yost Writing Machine Co. fino al 1924 nello stabilimento di Bridgport. Detto stabilimento fu demolito negli anni “30.